Il ritorno by Marco Vichi

Il ritorno by Marco Vichi

autore:Marco Vichi [Vichi, Marco]
La lingua: ita
Format: epub
Tags: ebook
editore: Guanda
pubblicato: 2024-02-07T23:00:00+00:00


Maria e Goran salgono insieme sulla collina, fuori dai sentieri, lui si arrampica sui sassi con facilità, Maria lo segue con il fiato grosso, si fermano in cima, si siedono sopra una roccia sporgente, dall’alto la città mezza distrutta sembra quasi completamente disabitata, molti tetti sono crollati, ma sotto le macerie c’è ancora vita, una popolazione di topi e di uomini in continuo movimento, Goran osserva le case demolite, è difficile riconoscere i luoghi, domani se ne andrà via, sta salutando la sua città, le colline intorno, i sopravvissuti, gli odori, i colori... Maria aspetta in silenzio che accada qualcosa, è pronta a tutto, «sei bello, Goran, sei bellissimo...», lo pensa soltanto... a un tratto Goran si sente stringere il cuore da un’emozione come in una morsa, s’immagina di partire e di non rivedere mai più quei luoghi, il suo paese, si sente opprimere dalla tristezza, quando si parte è meglio non tornare... Maria si fa coraggio, «Goran, perché parti?», Goran non capisce, Maria ritrova qualche parola francese, ripete la domanda, Goran cambia faccia, si alza di scatto, comincia a parlare, alza le braccia guardando il cielo, frasi brevi, inceppate, silenzi lunghi, finché le parole arrotolate dentro l’anima vengono fuori tutte insieme, forse sono molti anni che cerca di ricacciarle indietro, forse non sono nemmeno le parole che vorrebbe dire, ma deve parlare, non ce la fa più a stare zitto, ha bisogno di sentire il suono della propria voce, il pensiero non gli basta più, allarga le braccia, le alza sopra il capo e parla, parla, fissa l’orizzonte e parla, una lunga nenia fatta di suoni che tagliano l’aria, la voce viene su dallo stomaco, Maria cerca di capire cosa diavolo sta dicendo, le braccia allargate sono il desiderio di farsi ascoltare da Dio, o da tutti gli uomini, o forse sta raccontando una leggenda, il suo viso è una roccia incisa dal tempo, le sue braccia diventano le ali di un’aquila... Goran continua a parlare, le braccia alte verso il cielo... Maria vede l’aquila staccarsi dal suolo, alzarsi in volo, lanciarsi in avanti con il becco aperto, gli occhi gialli sbarrati, lo sguardo sfavillante fisso sul mondo, sulle pietre, sfiorando la collina l’aquila scende fino alla città, vola bassa sopra le case distrutte, sui campi infestati di croci, vola bassa sulle strade vuote, poi s’impenna e punta contro il cielo, tocca le nuvole, fa grandi giri circolari fissando gli uomini piccoli come formiche, ha gli occhi infuocati di sdegno, il becco spalancato, sembra indignata contro la razza umana, che ha lasciato andare alla deriva la coscienza, ormai così lontana da essere quasi perduta... Maria s’incanta, le vengono in mente le parole di una leggenda antica... un’aquila... una montagna... ma non c’è tempo, l’aquila sale più in alto, di lassù osserva ogni movimento, un colpo di vento la sposta, l’aquila volteggia, resiste al vento, poi si lascia trascinare, vola ancora più in alto, sempre più in alto, vede i confini della terra, la vastità del mare, vola verso il



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